L’equiseto (Equisetum arvense) è una pianta appartenente alla famiglia delle Equisetaceae ed è l’unico superstite di una linea di piante che risale a trecento milioni di anni. E’ comunemente chiamato “coda di cavallo” perché il suo aspetto in qualche modo rimanda ad una coda di cavallo dato che non ha né fiori né semi e i suoi rami sottili assomigliano ai crini dei cavalli. E’ facilissimo da individuare e da trovare dato che cresce abbondantemente in prossimità dei fossati e dei torrenti, anche in altura.
Il suo utilizzo nella medicina popolare risale a più di 2000 anni fa e lo stesso medico romano Galeno lo consigliava come rimedio problemi ai reni e alla vescica, artrite, ulcere sanguinanti e la tubercolosi. Gli antichi greci lo usavano per curare le ferite.
Nella medicina ayurvedica, questa erba è stata particolarmente utilizzata per lenire i nervi, nutrire le cellule cerebrali e il tessuto corporeo interno ed esterno.
Nella medicina tradizionale cinese lo usano per la febbre, le infiammazioni oculari come la congiuntivite e disturbi della cornea, la dissenteria, l’influenza, i gonfiori e le emorroidi.
L’equiseto è efficace nel rafforzare le ossa
L’equiseto è la pianta col più alto contenuto di silicio, fondamentale nel metabolismo del calcio e la sua fissazione. Infatti è stato osservato che una carenza di silicio è associata a unghie, capelli e ossa fragili. Il silicio è indispensabile per la sintesi delle fibre di collagene presente nella cartilagine e quindi se ne siamo carenti cominceremo a perdere progressivamente le cartilagini con tutti i dolori e disagi che ne conseguono.
Una carenza di silicio favorisce quindi la demineralizzazione dell’osso e di conseguenza l‘osteoporosi, per questo assumere equiseto è utile per la salute delle ossa, nei postumi di fratture ossee e per rafforzare anche unghie e capelli.
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